Biografia

Tagliolini Alessandro, scultore paesaggista e storico dell’arte dei giardini. (Roma 1931 – Pietrasanta  2000)

Alessandro Tagliolini nasce a Roma il 29 agosto 1931 da Yolanda Scapigliati e Antonio, architetto e scenografo. Terminati gli studi classici, dopo aver frequentato i corsi dello scultore Maurice Calka all’Accademia di Francia, inizia la sua carriera artistica nella città natale. Nel 1955 è a Caracas dove aiuta lo scultore Giorgio Gori ed esegue per proprio conto ritratti e altorilievi. Nel 1956 realizza per la società petrolifera Hidrocarbun altorilievo scultoreo. Conosce la ballerina e coreografa messicana di danza moderna Ana Merida con la quale contrae un breve matrimonio. In questo primo periodo matura l’idea di una scultura all’aria libera integrata all’architettura moderna, di cui la città venezuelana offriva autorevoli esempi.

Nel 1957 si trasferisce a Città del Messico dove frequenta gli studi di Alfaro Siqueros, Diego Rivera e Carlos Merida, maestri della muralistica. Nel lungo viaggio di ritorno attraverso i paesi dell’estremo oriente, due civiltà lasceranno un segno profondo nella sua formazione culturale, la precolombiana e la giapponese. Dallo studio dell’arte maya e atzeca assimilerà i valori della monumentalità coniugati alla sintesi delle immagini; da quello dei giardini giapponesi deriverà un preciso interesse per quest’arte che avrà in seguito ampi sviluppi. Nel 1958 riceve il Premio per la giovane scultura italiana indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione con l’opera Gli Amanti conservata alla Galleria Nazionale d’arte Moderna di Roma e il premio acquisto della Presidenza del Consiglio dei Ministri alla III Mostra d’Arte giovanile di Roma con il gruppo Famiglia. Nel 1959 soggiorna ancora a Città del Messico, dove collabora con gli architetti Hector Velazquez e Ramon Torres, realizzando per la Zona Rosa Personajes ed altre opere. Visita lo Yucatan, approfondendo lo studio dell’arte preispanica.
Nel 1960 conosce e sposa Ana Veronica Hartman, compagna della sua vita, una poetessa ungherese che poi si dedicherà al restauro delle opere d’arte. Dalla loro unione nasceranno tre figlie, Barbara (1961), Patrizia (1966) e Maria Sole (1970-1974). Nuovamente in Italia realizza una serie di sculture monumentali, altorilievi e fontane in cemento per l’ornamento dei giardini dei nuovi quartieri residenziali di Roma. Del 1963 è la personale alla Galleria Spectrum di Roma, introdotta da Carlo Giacomozzi, nella quale si esaltano i valori geometrico-spaziali della figura umana. A Ginevra la Investor Overseas Service gli commissiona una scultura per la sede centrale. Nello stesso anno si reca in Brasile per due sue personali: in agosto espone alla Galleria Seta di San Paolo presentata da Corrado Cagli, in settembre realizza una mostra alla Piccola Galleria dell’Istituto di Cultura Italiana di Rio de Janeiro, illustrata da Marc Berkowitz. Il soggiorno in Brasile permette inoltre all’artista di conoscere Oscar Niemeyer e Roberto Burle Marx, approfondendo la qualità dell’architettura e della scultura contemporanea, del paesaggismo e del giardino. Le opere romane all’aria aperta affrontano il problema del paesaggio urbano. Il giardino acquista maggiore identità e nel suo contesto si animano le immagini plastiche con rocce di cemento che intersecandosi generano nel giardino suggestivi paesaggi, strade che si concludono in forme scultoree aperte allo spazio, fiori giganteschi innalzati nel verde o adagiati nel centro di specchi d’acqua per essere attraversati. Appartengono a questo periodo anche le fontane nate dall’assemblaggio di elementi prefabbricati, a composizione libera e mutevole, illustrate in una pubblicazione monografica da Giovanni Carandente.

Nel 1967 è di nuovo a Città del Messico dove collabora con l’architetto Augusto Harold Alvarez alla realizzazione di una fontana per la compagnia di assicurazioni La Provincial ed espone in una personale alla Galleria Misrachi, presentata da Ramon Xirau. È una tappa decisiva della sua ricerca formale sulla scultura nell’epoca della riproducibilità tecnica dell’opera d’arte. Le sculture sono realizzate in acciaio inossidabile, materiale a cui Tagliolini resterà legato, con elementi componibili e seriali. Vince il primo premio per il progetto di una scultura monumentale in acciaio e cemento per la piscina olimpica. Appassionato da sempre al teatro, nel 1965 fonda a Roma il Gruppo H, con cui elabora una scenografia imperniata sulla dinamica delle immagini ed esegue le scenografie del Castello di Barbablu di Béla Bartók. In questo stesso periodo realizza una scultura in acciaio come premio per la XXXV edizione della Fiera del Levante di Bari. Nel 1968 espone alla Galleria Fiamma Vigo di Roma e alla Galleria Numero di Firenze, l’opera plastica e grafica, intitolata Spazio/Progetto, viene presentata da Paolo Portoghesi e dal critico Elio Mercuri. Con quest’ultimo, a Firenze, annuncia il manifesto del Gruppo Sùbito che promuove la rivalutazione dell’artista. Nel 1968 partecipa alla VI Biennale d’Arte di Roma e vince il concorso per la realizzazione di un altorilievo per i nuovi Uffici Finanziari di Massa ed una scultura in bronzo per la sede del Genio Civile di Pistoia. Nello stesso periodo realizza nuovi progetti di giardini e fontane. Nel 1969, dopo un anno di insegnamento della scultura al Liceo Artistico, entra come docente di decorazione plastica all’Istituto di Stato per la Cinematografia e la Televisione. Presenta le sue opere a Colonia alla mostra del Quinto Premio Reno-Tevere e a Madrid alla II Bienal del Deporte en las Bellas Artes. Nel 1971 si realizzano le otto sculture gioco per l’Istituto Psico-Pedagogico Sante Zennaro di Imola. La mostra romana del 1971 nella galleria Il Collezionista d’Arte Contemporanea, il cui catalogo accoglie un testo di Rosario Assunto, offre una chiara visione dell’impegno dell’artista. Alle sculture in bronzo, marmo e acciaio si aggiunge una esauriente documentazione degli interventi negli spazi comunitari. Una proposta di lettura che si rinnova nella mostra del 1973 a Milano alla Galleria Levi, illustrata da Paolo Portoghesi, dove espone sculture in acciaio, marmo e disegni.  L’incontro con Rosario Assunto sarà determinante per l’approfondimento delle problematiche del giardino. Nello stesso anno, con il filosofo e il Gruppo 6 di San Quirico d’Orciafonda l’Archivio Italiano dell’Arte dei Giardini che realizzerà convegni, mostre storiche e dibattiti e si farà promotore di questo aspetto ancora trascurato della cultura italiana. Esegue le scenografie per gli Intermezzi di Miguel de Cervantes e L’Announce faite a Marie di Paul Claudel. Dal 1974 al 1976 è impegnato in due grandi opere per la Repubblica democratica del Sudan: il monumento all’unità del Sudan a Khartoum e quello per i martiri Sudanesi in Omdurman. In essi l’artista si fa interprete della tradizione e della storia sudanese alla luce della raggiunta indipendenza. Il monumento all’Unità è effigiato nella banconota nazionale. Nel 1977 si trasferisce definitivamente a Capezzano Pianore, in Versilia, vicino a Pietrasanta, dedicandosi alla scultura e all’approfondimento del tema del giardino con vari saggi storici. Il suo primo libro I Giardini di Roma edito nel 1980 riceve il premio Un libro per Roma. Su invito di Pietro Porcinai entra a far parte dell’Associazione Italiana degli Architetti del Paesaggio AIAPP, ricoprendo il ruolo di vice presidente nazionale. Progetta giardini e sistemazioni paesaggistiche su larga scala e si dedica al restauro di giardini storici e all’arredo di giardini. Si maturano in questo periodo le ricerche delle isole artificiali e di Eutopia, città del futuro. Nel 1985 fonda a Pietrasanta il Centro Studi Giardini Storici e Contemporanei, di cui sarà̀ presidente fino al 1998, punto di riferimento per convegni, pubblicazioni e documentazione storica. Nel 1988 esce la Storia del Giardino Italiano dove espone con un’ampia raccolta di fonti la trasformazione dell’idea del giardino nel quadro più ampio del paesaggio. Sono di questi anni gli interventi per la Repubblica di Uganda, con i progetti dei giardini, le decorazioni in marmo policromo e le fontane e, per l’Azienda Autonoma delle Terme di Sciacca, il parco e la fontana monumentale. Nello stesso periodo entra a far parte del Comitato Nazionale per lo Studio e la Conservazione dei Giardini Storici del MIBAC e di IFLA, International Federation of Landscape Architects e di IFLA Europe. Tra gli anni ‘80 e ‘90 cura il progetto di restauro dei giardini e spazi esterni della Certosa di San Lorenzo a Padula. Nel 1995 tiene un corso sul giardino contemporaneo al Department of Landscape Architecture della University of Pennsylvania a Filadelfia ed espone nella Mayerson Hall la documentazione dei suoi lavori e il progetto Sky Garden. Nel 1999 l’Università Autonoma Metropolitana, Unidad Azcopotzalco di Città del Messico lo invita per un corso sul tema Interfase entre las Artes plasticas e la Arquitectura del Paisaje. In questi decenni, nel suo laboratorio di Capezzano Pianore, Alessandro Tagliolini prosegue nella ricerca artistica realizzando opere in acciaio, bronzo e marmo esposte nelle mostre antologiche negli Horti Leonini di San Quirico d’Orcia nel 1991 e nel chiostro di Sant’Agostino a Pietrasanta nel 1992 con una presentazione di Francesco Negri Arnoldi. Nel 1993 la mostra, presentata da Marco Goldin, nell’ex convento di San Francesco e nel Parco delle Terme a Sciacca è introdotta da scritti di Alain Jouffroy e Jean Paul Guibbert. Espone anche in diverse collettive di scultura e alcune sue opere vengono acquistate da musei e collezionisti privati. Grazie alla sua attività di progettista e di studioso è nominato consulente dal Comune di Napoli per le aree verdi del centro storico e del Parco Virgiliano, dal Comune di Menfi per la progettazione monumentale del Parco dello Sport, dal Ministero dei Beni Culturali per la conservazione del Parco Inglese della Reggia di Caserta e dei Giardini Segreti della Galleria Borghese a Roma. Nel 1998 fonda e dirige la rivista Architettura del Paesaggio, organo ufficiale dell’AIAPP. Muore a Pietrasanta l’11 luglio 2000, nello stesso anno riceve il prestigioso Premio Pietro Porcinai per il progetto e la realizzazione del Giardino delle Terme di Sciacca. Nel 2006 si inaugura a San Quirico d’Orcia il Centro per lo Studio del Paesaggio e del Giardino Fondazione Alessandro Tagliolini che conserva i disegni, i progetti e il Fondo librario dell’artista.

ALESSANDRO TAGLIOLINI Scultore paesaggista e storico dell’arte dei giardini (1931 – 2000).

Alessandro Tagliolini nasce a Roma il 29 agosto 1931 da Yolanda Scapigliati e Antonio, architetto e scenografo. Terminati gli studi classici, dopo aver frequentato i corsi dello scultore Maurice Calka all’Accademia di Francia, inizia la sua carriera artistica nella città natale. Nel 1955 è a Caracas dove aiuta lo scultore Giorgio Gori ed esegue per proprio conto ritratti e altorilievi. Nel 1956 realizza per la società petrolifera Hidrocarbun altorilievo scultoreo. Conosce la ballerina e coreografa messicana di danza moderna Ana Merida con la quale contrae un breve matrimonio. In questo primo periodo matura l’idea di una scultura all’aria libera integrata all’architettura moderna, di cui la città venezuelana offriva autorevoli esempi.
Nel 1957 si trasferisce a Città del Messico dove frequenta gli studi di Alfaro Siqueros, Diego Rivera e Carlos Merida, maestri della muralistica. Nel lungo viaggio di ritorno attraverso i paesi dell’estremo oriente, due civiltà lasceranno un segno profondo nella sua formazione culturale, la precolombiana e la giapponese. Dallo studio dell’arte maya e atzeca assimilerà i valori della monumentalità coniugati alla sintesi delle immagini; da quello dei giardini giapponesi deriverà un preciso interesse per quest’arte che avrà in seguito ampi sviluppi. Nel 1958 riceve il Premio per la giovane scultura italiana indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione con l’opera Gli Amanti conservata alla Galleria Nazionale d’arte Moderna di Roma e il premio acquisto della Presidenza del Consiglio dei Ministri alla III Mostra d’Arte giovanile di Roma con il gruppo Famiglia. Nel 1959 soggiorna ancora a Città del Messico, dove collabora con gli architetti Hector Velazquez e Ramon Torres, realizzando per la Zona Rosa Personajes ed altre opere. Visita lo Yucatan, approfondendo lo studio dell’arte preispanica.
Nel 1960 conosce e sposa Ana Veronica Hartman, compagna della sua vita, una poetessa ungherese che poi si dedicherà al restauro delle opere d’arte. Dalla loro unione nasceranno tre figlie, Barbara (1961), Patrizia (1966) e Maria Sole (1970-1974). Nuovamente in Italia realizza una serie di sculture monumentali, altorilievi e fontane in cemento per l’ornamento dei giardini dei nuovi quartieri residenziali di Roma. Del 1963 è la personale alla Galleria Spectrum di Roma, introdotta da Carlo Giacomozzi, nella quale si esaltano i valori geometrico-spaziali della figura umana. A Ginevra la Investor Overseas Service gli commissiona una scultura per la sede centrale. Nello stesso anno si reca in Brasile per due sue personali: in agosto espone alla Galleria Seta di San Paolo presentata da Corrado Cagli, in settembre realizza una mostra alla Piccola Galleria dell’Istituto di Cultura Italiana di Rio de Janeiro, illustrata da Marc Berkowitz. Il soggiorno in Brasile permette inoltre all’artista di conoscere Oscar Niemeyer e Roberto Burle Marx, approfondendo la qualità dell’architettura e della scultura contemporanea, del paesaggismo e del giardino. Le opere romane all’aria aperta affrontano il problema del paesaggio urbano. Il giardino acquista maggiore identità e nel suo contesto si animano le immagini plastiche con rocce di cemento che intersecandosi generano nel giardino suggestivi paesaggi, strade che si concludono in forme scultoree aperte allo spazio, fiori giganteschi innalzati nel verde o adagiati nel centro di specchi d’acqua per essere attraversati. Appartengono a questo periodo anche le fontane nate dall’assemblaggio di elementi prefabbricati, a composizione libera e mutevole, illustrate in una pubblicazione monografica da Giovanni Carandente.
Nel 1967 è di nuovo a Città del Messico dove collabora con l’architetto Augusto Harold Alvarez alla realizzazione di una fontana per la compagnia di assicurazioni La Provincial ed espone in una personale alla Galleria Misrachi, presentata da Ramon Xirau. È una tappa decisiva della sua ricerca formale sulla scultura nell’epoca della riproducibilità tecnica dell’opera d’arte. Le sculture sono realizzate in acciaio inossidabile, materiale a cui Tagliolini resterà legato, con elementi componibili e seriali. Vince il primo premio per il progetto di una scultura monumentale in acciaio e cemento per la piscina olimpica. Appassionato da sempre al teatro, nel 1965 fonda a Roma il Gruppo H, con cui elabora una scenografia imperniata sulla dinamica delle immagini ed esegue le scenografie del Castello di Barbablu di Béla Bartók. In questo stesso periodo realizza una scultura in acciaio come premio per la XXXV edizione della Fiera del Levante di Bari. Nel 1968 espone alla Galleria Fiamma Vigo di Roma e alla Galleria Numero di Firenze, l’opera plastica e grafica, intitolata Spazio/Progetto, viene presentata da Paolo Portoghesi e dal critico Elio Mercuri. Con quest’ultimo, a Firenze, annuncia il manifesto del Gruppo Sùbito che promuove la rivalutazione dell’artista. Nel 1968 partecipa alla VI Biennale d’Arte di Roma e vince il concorso per la realizzazione di un altorilievo per i nuovi Uffici Finanziari di Massa ed una scultura in bronzo per la sede del Genio Civile di Pistoia. Nello stesso periodo realizza nuovi progetti di giardini e fontane. Nel 1969, dopo un anno di insegnamento della scultura al Liceo Artistico, entra come docente di decorazione plastica all’Istituto di Stato per la Cinematografia e la Televisione. Presenta le sue opere a Colonia alla mostra del Quinto Premio Reno-Tevere e a Madrid alla II Bienal del Deporte en las Bellas Artes. Nel 1971 si realizzano le otto sculture gioco per l’Istituto Psico-Pedagogico Sante Zennaro di Imola. La mostra romana del 1971 nella galleria Il Collezionista d’Arte Contemporanea, il cui catalogo accoglie un testo di Rosario Assunto, offre una chiara visione dell’impegno dell’artista. Alle sculture in bronzo, marmo e acciaio si aggiunge una esauriente documentazione degli interventi negli spazi comunitari. Una proposta di lettura che si rinnova nella mostra del 1973 a Milano alla Galleria Levi, illustrata da Paolo Portoghesi, dove espone sculture in acciaio, marmo e disegni.  L’incontro con Rosario Assunto sarà determinante per l’approfondimento delle problematiche del giardino. Nello stesso anno, con il filosofo e il Gruppo 6 di San Quirico d’Orciafonda l’Archivio Italiano dell’Arte dei Giardini che realizzerà convegni, mostre storiche e dibattiti e si farà promotore di questo aspetto ancora trascurato della cultura italiana. Esegue le scenografie per gli Intermezzi di Miguel de Cervantes e L’Announce faite a Marie di Paul Claudel. Dal 1974 al 1976 è impegnato in due grandi opere per la Repubblica democratica del Sudan: il monumento all’unità del Sudan a Khartoum e quello per i martiri Sudanesi in Omdurman. In essi l’artista si fa interprete della tradizione e della storia sudanese alla luce della raggiunta indipendenza. Il monumento all’Unità è effigiato nella banconota nazionale. Nel 1977 si trasferisce definitivamente a Capezzano Pianore, in Versilia, vicino a Pietrasanta, dedicandosi alla scultura e all’approfondimento del tema del giardino con vari saggi storici. Il suo primo libro I Giardini di Roma edito nel 1980 riceve il premio Un libro per Roma. Su invito di Pietro Porcinai entra a far parte dell’Associazione Italiana degli Architetti del Paesaggio AIAPP, ricoprendo il ruolo di vice presidente nazionale. Progetta giardini e sistemazioni paesaggistiche su larga scala e si dedica al restauro di giardini storici e all’arredo di giardini. Si maturano in questo periodo le ricerche delle isole artificiali e di Eutopia, città del futuro. Nel 1985 fonda a Pietrasanta il Centro Studi Giardini Storici e Contemporanei, di cui sarà̀ presidente fino al 1998, punto di riferimento per convegni, pubblicazioni e documentazione storica. Nel 1988 esce la Storia del Giardino Italiano dove espone con un’ampia raccolta di fonti la trasformazione dell’idea del giardino nel quadro più ampio del paesaggio. Sono di questi anni gli interventi per la Repubblica di Uganda, con i progetti dei giardini, le decorazioni in marmo policromo e le fontane e, per l’Azienda Autonoma delle Terme di Sciacca, il parco e la fontana monumentale. Nello stesso periodo entra a far parte del Comitato Nazionale per lo Studio e la Conservazione dei Giardini Storici del MIBAC e di IFLA, International Federation of Landscape Architects e di IFLA Europe. Tra gli anni ‘80 e ‘90 cura il progetto di restauro dei giardini e spazi esterni della Certosa di San Lorenzo a Padula. Nel 1995 tiene un corso sul giardino contemporaneo al Department of Landscape Architecture della University of Pennsylvania a Filadelfia ed espone nella Mayerson Hall la documentazione dei suoi lavori e il progetto Sky Garden. Nel 1999 l’Università Autonoma Metropolitana, Unidad Azcopotzalco di Città del Messico lo invita per un corso sul tema Interfase entre las Artes plasticas e la Arquitectura del Paisaje. In questi decenni, nel suo laboratorio di Capezzano Pianore, Alessandro Tagliolini prosegue nella ricerca artistica realizzando opere in acciaio, bronzo e marmo esposte nelle mostre antologiche negli Horti Leonini di San Quirico d’Orcia nel 1991 e nel chiostro di Sant’Agostino a Pietrasanta nel 1992 con una presentazione di Francesco Negri Arnoldi. Nel 1993 la mostra, presentata da Marco Goldin, nell’ex convento di San Francesco e nel Parco delle Terme a Sciacca è introdotta da scritti di Alain Jouffroy e Jean Paul Guibbert. Espone anche in diverse collettive di scultura e alcune sue opere vengono acquistate da musei e collezionisti privati. Grazie alla sua attività di progettista e di studioso è nominato consulente dal Comune di Napoli per le aree verdi del centro storico e del Parco Virgiliano, dal Comune di Menfi per la progettazione monumentale del Parco dello Sport, dal Ministero dei Beni Culturali per la conservazione del Parco Inglese della Reggia di Caserta e dei Giardini Segreti della Galleria Borghese a Roma. Nel 1998 fonda e dirige la rivista Architettura del Paesaggio, organo ufficiale dell’AIAPP. Muore a Pietrasanta l’11 luglio 2000, nello stesso anno riceve il prestigioso Premio Pietro Porcinai per il progetto e la realizzazione del Giardino delle Terme di Sciacca. Nel 2006 si inaugura a San Quirico d’Orcia il Centro per lo Studio del Paesaggio e del Giardino Fondazione Alessandro Tagliolini che conserva i disegni, i progetti e il Fondo librario dell’artista.